lunedì 17 marzo 2014

Riforma delle Province, ZFU e crisi agrumicola

Ai microfoni di "Stasera Con...", palinsesto dell'emittente televisiva TVR Xenon, giovedì scorso sono intervenuto per parlare della riforma delle province, della proposta di istituzione della ZFU del Calatino e della devastante crisi agrumicola che ha messo in ginocchia un'intera economia.



venerdì 28 febbraio 2014

Sulla riforma delle province siciliane

Ma non era meglio lasciare tutto com'era?
Sono anni che sentiamo in televisione, nei talk show e sui palchi elettorali che la nostra Nazione necessita di una forte rivisitazione dell'architettura istituzionale dello Stato.
E soprattutto sono anni che sentiamo di provvedimenti legislativi tendenti ad abolire le Province, questo maledetto ente intermedio causa di tutti i mali della nostra Italia, culla dello spreco di denaro pubblico.
Disegni di legge, discussioni, proroghe, nulla di fatto: fatto sta che ancora le Province sono messe lì dove sono, governate dalla politica oppure in qualche caso, come in Sicilia, governate dai commissari straordinari (nominati dalla politica).
In questi ultimi giorni, anzi in questi ultimi mesi, tra i banchi dell'Assemblea Regionale Siciliana si sta discutendo il disegno di legge sulla riforma delle Province e l'istituzione dei liberi consorzi dei Comuni.

Ma andiamo per ordine.

L'Articolo 15, al comma 2, dello Statuto della Regione Siciliana attualmente vigente recita quanto segue: "L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria."

La legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986, all'articolo 3, recita quanto segue: "L'amministrazione locale territoriale nella Regione Siciliana è articolata, ai sensi dell'art. 15 dello Statuto regionale, in comuni ed in liberi consorzi di comuni denominati "province regionali"."
Quindi attualmente l'ordinamento della Regione Siciliana è costituita dalla Regione stessa, dai liberi Consorzi comunali denominati "province regionali" e dai Comuni.

Il 27 marzo 2013 è stata pubblicata sulla G.U.R.S. la legge n. 7/2013 avente ad oggetto "Norme transitorie per l'istituzione dei liberi Consorzi comunali", dove all'articolo 1 comma 1 si legge "Entro il 31 dicembre 2013 la Regione, con propria legge, in attuazione dell'articolo 15 dello statuto speciale della Regione Siciliana, disciplina l'istituzione dei liberi Consorzi comunali per l'esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali".


Ma i liberi Consorzi dei Comuni non erano già istituiti con l'entrata in vigore dell'Articolo 15, al comma 2, dello Statuto della Regione Siciliana?
Inoltre, essi non assumevano la denominazione di "province regionali" con l'entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986 (articolo 3), senza cambiare la natura stessa del ruolo istituzionale al quale venivano chiamati?

Sempre la legge regionale n. 9 del 6 marzo 1986 all'articolo 5 disponeva "La costituzione di ciascuna provincia regionale è promossa da uno o più comuni ricompresi in una medesima area contraddistinta dalle caratteristiche di cui all'art. 4, mediante delibere dei rispettivi consigli su una specifica, identica, motivata proposta, da adottarsi, con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri assegnati. ... Le delibere devono contenere l'indicazione dell'ambito territoriale dell'istituenda provincia regionale, avente caratteristiche di continuità territoriale ed una popolazione residente di almeno 230 mila abitanti riducibile a non meno di 180 mila allorchè ricorrano particolari ragioni storiche, sociali ed economiche, nonchè la designazione del capoluogo."

L'articolo 4 della medesima legge recita "Le province regionali, costituite dalla aggregazione dei comuni siciliani in liberi consorzi, sono dotate della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria.
Esse sono espressioni delle comunità operanti in territori di dimensioni sovracomunali, storicamente integrate o suscettibili di integrazioni intorno ad un unico polo di direzione, che consentano l'organizzazione delle strutture e dei servizi connessi allo sviluppo delle relative aree, nonchè l'elaborazione e l'attuazione di una comune programmazione economica e sociale.
La provincia regionale, ente pubblico territoriale, realizza l'autogoverno della comunità consortile e sovrintende, nel quadro della programmazione regionale, all'ordinato sviluppo economico e sociale della comunità medesima. Essa è titolare di funzioni proprie ed esercita le funzioni delegate dallo Stato o dalla Regione.
Per le funzioni statali o regionali ad essa non delegate, la provincia regionale svolge compiti di proposta.
Il territorio della provincia regionale può costituire circoscrizione di decentramento statale."

Riassumendo tutta la situazione normativa esistente, in Sicilia sono istituiti i liberi Consorzi comunali (nove per l'esattezza) corrispondenti alle Province regionali.
Inoltre, la stessa legge 9/1986, disciplina le aree metropolitane, anch'esse al vaglio dell'Assemblea Regionale Siciliana.
In sostanza quello che si sta facendo è una sorta di spending review rimescolando articoli di legge per, alla fine, stando ai vari disegni di legge, avere quasi gli stessi risultati dopo un anno di discussioni politiche e parlamentari, tralasciando problemi ben più importanti (a mio avviso).

Trattandosi di una riforma, quella in itinere, che vuole ridurre i costi (limitati alla politica, perchè la struttura burocratica ce la dobbiamo ovviamente tenere così com'è), si poteva benissimo fare (anche con una certa velocità) una riforma delle province basata sulla modifica del Capo II della legge 9/1986 sull'organizzazione della provincia regionale, ad esempio varando la modifica dell'articolo 26 con il consiglio della provincia regionale composto dai sindaci in carica dei Comuni appartenenti alla provincia regionale.
A tale modifica poteva avere seguito l'elezione del presidente della provincia regionale (o libero Consorzio comunale) in seno al consiglio provinciale con l'abolizione della Giunta provinciale.
Il problema del coinvolgimento popolare nell'elezione degli organi amministrativi sarebbe stato superato in quanto i Sindaci godono già dell'espressione del voto popolare e quindi sono chiamati a fare gli interessi del territorio di riferimento.
In questo modo si poteva evitare il proliferare degli enti intermedi, lasciandone nove, mantenendo il disposto dell'articolo 5 della legge 9/1986 sul requisito della popolazione, eliminando i costi della politica (se il problema sono questi).
Anche perchè, c'è da dire, che la riforma che sarà varata prossimamente, presenterà alcuni interrogativi che necessitano di immediata risoluzione.
Il personale delle attuali Province da chi verrà gestito?
Come verrà ripartito il personale se i liberi Consorzi saranno più di nove?
Gli immobili che attualmente sono di proprietà delle Province (strade, scuole di istruzione superiore, altri immobili), a chi saranno assegnati e da chi verranno gestiti? Dalla Regione o dai Comuni dove sono ubicati?

ASPETTIAMO IL VARO DELLA RIFORMA PER TRARRE LE DOVUTE CONSIDERAZIONI.

mercoledì 5 febbraio 2014

La mia intervista a "Stasera con..." del 4 febbraio 2014

Sono stato ospite lo scorso 4 febbraio 2014 della trasmissione "Stasera con..." di TVR Xenon (289 DDT) per parlare di piano strategico dello sviluppo economico (attualmente in itinere nella II Commissione), riforma delle province, istituzione dei liberi consorzi dei Comuni, infrastrutture del comprensorio e situazione attuale dell'edilizia sportiva di Grammichele. 
La punta è stata condotta da Santo Saimbene. 

lunedì 3 febbraio 2014

Mercoledì in consiglio la vicenda delle aree edificabili

Mercoledì 5 febbraio 2013 alle ore 20,00, il Consiglio Comunale di Grammichele si riunirà in sessione ordinaria per discutere della vicenda dell'ICI sulle aree edificabili, che l'Amministrazione comunale e il consiglio stanno affrontando quotidianamente.

giovedì 9 gennaio 2014

Finanziati i cantieri di servizio

La Regione Siciliana ha finalmente finanziato i cantieri di servizio che daranno un pò di ossigeno a giovani e disoccupati per circa tre mesi. 
Al Comune di Grammichele sono stati attribuiti € 127.422,37.

sabato 28 dicembre 2013

I miei Auguri alla Città di Grammichele

Ai microfoni di grammichele.eu per l'emittente televisiva TVR Xenon (Canale 289 del DDT) gli Auguri alla Città di Grammichele, dal minuto 28:40.

sabato 21 dicembre 2013

Intervista a grammichele.eu: «Il Calatino sia dichiarato zona franca urbana»

Intervista mia ai microfoni di grammichele.eu, sui motivi che hanno indotto il nostro gruppo consiliare a presentare formale ordine del giorno da sottoporre all'approvazione del Consiglio Comunale, per chiedere al Governo Letta di istituire la Zona Franca Urbana del Calatino Sud-Simeto.



Ecco invece il testo dell'ordine del giorno presentato in data 21 Novembre 2013 Protocollo 11414:


mercoledì 13 novembre 2013

Convocato il Consiglio Comunale

Stasera alle ore 20 è prevista una seduta del Consiglio Comunale di Grammichele, con tredici punti all'ordine del giorno, fra i quali l'approvazione della classificazione urbanistica delle cd. "zone bianche", del programma triennale delle opere pubbliche, del piano delle valorizzazioni e delle alienazioni, dell'aggiornamento del piano comunale di protezione civile.